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SAN GIOVANNI BATTISTA
La località, in agro di Ghilarza, è situata sul versante orientale dell'altopiano basaltico, in posizione dominante un tratto del fiume Tirso. Attualmente in essa sorge un piccolo insediamento temporaneo (novenario) sviluppato intorni all'edificio di culto. L'assetto attuale delle chiesa è il risultato de alcuni importanti interventi di restauro che ne hanno alterato l'aspetto originario: aula rettangolare, copertura lignea con incannicciata, manto di tegole e loggia nel prospetto.. Non aveva finestre né sagrestia. Le persone che partecipavano alla novena potevano trascorrere la notte dietro l'altare, ma non appena furono costruiti i muristenes, il coro riebbe la sua antica funzione di sagrestia. Nel 1856 fu rifatto l' altare, nel 1863 vi fu trasferito il pulpito di San Michele e nel 1894, per sostenere il tetto ligneo, furono costruiti quattro archi.. Non ebbe la statua del santo titolare prima del 1875, anno in cui fu ordinata allo scultore Luigi Caputo. Quando il vicino edificio di Sa Defensa fu dichiarato inagibile , la chiesa di San Giovanni né ospitò la statua, in una nicchia aperta nel presbiterio. Nel secolo scorso furono riprese e consolidate le murature; il tetto in legno fu sostituito da un solaio in cemento armato;fu costruito anche un ambiente con funzione di sacrestia e fu eliminata la piccola loggia davanti all'ingresso principale. La muratura è in pietra a vista , ma la facciata è rivestita da intonaco. La documentazione di questa chiesa non va oltre il secolo XIX; l'impianto recente porta a credere che la sua costruzione sia stata determinata dalla necessità del contadini di avere un punto di riferimento e di appoggio durante i lavori agricoli stagionali.
Maria Manconi
Nel 2024 la chiesa e i muristenes adiacenti sono stati oggetto di una ristrutturazione realizzata tramite un cofinanziamento dei fondi PNRR.
Gli interventi, focalizzati principalmente sulla copertura e sui prospetti, hanno consentito il ripristino delle caratteristiche statiche ed estetiche della struttura originaria, liberandola dalle superfetazioni compiute nel recente passato e valorizzando il contesto paesaggistico del novenario tradizionale. Inoltre sono stati sostituiti il portone della chiesa, le due finestre e tutti gli infissi dei muristenes adiacenti .
Tutti gli interventi hanno reso il complesso fruibile sia per i fedeli devoti che ogni anno si recano nel novenario per lo svolgimento delle funzioni religiose e della festa civile, sia per coloro che visiteranno il novenario come turisti occasionali i quali potranno riconoscere le caratteristiche tradizionali che accomunano gli altri luoghi di culto del territorio.
Sa Defensa
La chiesa si trovava ai piede del versante dell' altopiano su cui sorge l' agglomerato di San Giovanni, in una valle denominata " S' Adde". Oggi completamente distrutta, rivive solo nella descrizione data del canonico Licheri. L'edificio era costituito da un vano rettangolare con davanti una piccola loggia , aveva solo un muristenes. Monsignor Sisterners, agli inizi del secolo XIX , ordinò che venissero aperte due finestre, ma il disinteresse degli amministratori la lasciò "brutta , deformata e rovinosa ", sicché nel 1883 fu interdetta dall' arcivescovo Bua e la statua della Madonna fu trasferita nella vicina chiesa di San Giovanni. Il Licheri riporta che le novelle della Madonna quella di San Giovanni erano contemporanee: la mattina si celebrava le novena nella piccola chiesa della Difesa e poi saliva a San Giovanni per la messa. Tale consuetudine era certamente legata al numero dei novenanti , numerosi a San Giovanni, inesistenti alla Difesa. Nella chiesa della Difesa, oltre alla statua ,vi era anche un piccolo trittico che si lasciava aperto durante la novena e si e richiudeva dopo. Nella parte centrale vi erano raffigurati la Madonna con il Bambino ed il Padre Eterno, nell'anta di destra vi era l' Annunciata, San Pietro e Santa Appollonia, a sinistra vi erano l'angelo Gabriele e la Vergine, Santa Barbara e San Paolo. Il documento più antico che ricorda questa chiesa è della fine del settecento;dalla descrizione che ne fa il Licheri emerge una costruzione modesta, una semplice cappella sorta per la devozione di qualche ecclesiastico e per il contributo delle persone che, nelle vicinanze, attendevano al lavoro nei campi. Furono ,infatti, questi a sostenere la chiesa, istituendo dei censi. Anche sulle chiese rurali sono preziose le notizie raccolte nel libro del Monsignor Licheri: " Ghilarza, note di storia civile ed ecclesiastica" Sassari 1900.
Maria Manconi