SAN GIORGIO
La chiesa di San Giorgio perché dedicata a un santo del menologio greco e perché sembra trattenere ancora qualche elemento riconducibile all' architettura di quella cultura è stata considerata nel passato "bizantina".
Ma l'aspetto esterno,riconducibile a tradizioni locali anche se antiche e,la complessità delle strutture visibili del monumento,non porgono alcuna luce sull'origine e la genesi del monumento.Il documento piu' antico è costituito da una pergamena di dedicazione rinvenuta nel 1887 nell' antica mensa dell'altare.
La pergamena,conservata oggi nella chiesa parrocchiale, ricorda la consacrazione dell'altare dedicata a San Giorgio,allo Spirito Santo e a San Palmerio a opera del vescovo della diocesi di Santa Giusta,allora Giovanni Loru. Era il 30 Maggio del 1930, già imperversava la guerra contro gli aragonesi e la dedicazione di un nuovo altare a San Giorgio sottintendeva forse,giornate di angoscia. Secondo la tradizione viva ancora nel secolo scorso San Giorgio fu prima del 1553 la chiesa parrocchiale di Ghilarza . Dopo la costruzione della chiesa di San Macario, iniziata appunto nel 1553 la chiesa di San Giorgio cominciò a decadere e l' arcivescovo Masones Nin (1704 1717) ne raccomandava il suo restauro in maniera da sopperire alle esigenze della parrocchia qualora se ne fosse presentata la necessità. Sul finire del secolo XVIII l' arcivescovo Cusano la destinò a cimitero in nome della sua passata dignità parrocchiale. Posta com è suo margine dell'altopiano dove questo degrada nella vallata di Chenale, inaccessibile quindi dal lato nord, dove pure si apriva un accesso, pone degli interrogativi sull' ubicazione del villaggio medievale di cui avrebbe costituito la parrocchiale. Il Licheri sviluppando la teoria dei rioni ,essere cioè il paese diviso in rioni fino al 1533 anno della costruzione della chiesa parrocchiale di San Macario,sostenne che la chiesa di San Giorgio fu centro religioso del rione di Donigaggia. Oggi il toponimo di Donigaggia é rimasto a un sito ubicato a oltre un chilometro dalla chiesa, sicché nasce un dubbio che il Licheri cosi' attento a raccogliere ogni notizia vera o leggendaria, abbia adattato la tradizione delle ricche signore che abitavano in Donigaggia alla chiesa di San Giorgio. A tale soluzione lo spingeva una filastrocca che si cantava ai suoi tempi , di una storia imperniata sulla favolosa ricchezza delle signore senza le quali nessuna funzione aveva inizio nella chiesa. Alcuni elementi,essenziali in un luogo di culto dove si svolgevano per comunità riti e cerimonie , mancavano nella chiesa di San Giorgio. Non esisteva infatti una struttura per la campana che richiama i fedeli,non esisteva una fonte battesimale e persino l'acqua santiera appare rudimentale; secondo quanto scrive il buon canonico essa era cosi' bassa che bisognava curvarsi a prender l'acqua e cosi rozza che pareva un truogolo mal fabbricato, sopra alcuni ciottoli. Da tutti questi elementi prende consistenza l'ipotesi che la chiesa di San Giorgio,se veramente fu chiesa parrocchiale, doveva servire una comunità ben modesta raccolta in piccole abitazioni intorno alla chiesa. D' altronde il villaggio medievale doveva estendersi tra la chiesa di San Palmerio,di San' Andrea e di San Giorgio. Lo dimostra il fatto che,quando si dovette costruire una nuova chiesa , la si collocò non lontana da questa traiettoria a pochi metri dalla chiesa di San Palmerio ed egualmente non distante era la torre che nella seconda metà del 400 fu costruita dai Cubello. La chiesa ,di dimensioni modeste è tutta costruita con ciottoli e fango eccetto l'absidiola costruita in pietra da taglio rossa senza alcuna decorazione esterna. La facciata è disadorna , la porta ad arco ribassato è sormontata da un architrave privo di arco di scarico e da un loculo. L' edificio fino agli ultimi decenni dell'800 doveva presentarsi come un vano rettangolare con tetto su quattro capriate di legno e incannicciata , porta nel fianco sinistro e un' altra ala a sud.
Ma l'uso improprio dell'edificio e la manutenzione saltuaria lo avevano ridotto in condizioni precarie. Nel 1882 furono eseguiti dei lavori in condizioni precarie. Nel 1882 furono eseguiti dei lavori di restauro che trasformarono in parte l' aspetto dell'edificio:le pareti furono sollevate di un metro,furono obliterate la porticine di fianco all'ingresso , fu sollevato il presbiterio della navata e furono costruiti in muratura due archi per sostenere l'orditura del tetto. Il pavimento fu rivestito con mattoni;nel presbiterio fu sistemato l'altare di legno della cappella del Sacro Cuore e la pila dell'acqua benedetta appartenenti alla vecchia chiesa parrocchiale demolita nel 1872. Fu costruito anche un nuovo vano nella parete meridionale da adibirsi a sacrestia.
Maria Manconi